"Fare previsioni è difficile. Soprattutto se riguardano il futuro."
(Niels Bohr, premio Nobel per la fisica)

venerdì 28 gennaio 2011

Previsioni sulle borse Europee nel 2011: un sondaggio tra gli esperti

Vediamo un po’ di previsioni sui mercati azionari per questo 2011 (senza mai dimenticare la sarcastica citazione-slogan di questo blog...).
Oggi riporto un sondaggio effettuato tra 26 rappresentanti di case di gestione ed analisi e pubblicato sul “Corriere Economia” di Lunedì 24 gennaio 2011 (copia che conserverò per verificare a fine anno com’è andata…).

Borsa italiana (SPMIB)
Il 16% degli intervistati prevede un rialzo tra zero e 5% , il 36% sostiene che l’indice SPMIB salirà più del 10% e la maggioranza relativa, il 48% ritiene probabile  una crescita tra il 5% ed il 10% del nostro indice principale.
La borsa italiana, a lungo trascurata dagli investitori , è considerata conveniente e competitiva rispetto alle altre piazze europee, con un rapporto P/E previsto per il 2011 pari a 10,4 (effettivamente bassino…).

Borse europee (STOXX 600)
Qui gli esperti sono ancora più ottimisti: il 48% prevede un rialzo tra il 5 ed il 10%, mentre il 52% azzarda previsioni per un incremento superiore al 10%.
La piazza preferita per questo 2011 è quella di Parigi, spinta dalle attese per un recupero dei titoli del settore finanziario, ben rappresentati nell’indice francese.

Dato interessante (e per me preoccupante….): «nessun partecipante al panel ha scelto l’opzione ribassista per descrivere il 2011 delle borse europee». Mmmmm…troppo ottimismo, ergo “STRONG SELL”?

I settori sui quali puntare
I titoli del settore industriale rimangono i preferiti, seguiti nell’ordine dagli energetici, i finanziari ed i tecnologici.
Non variano le attese invece per le costruzioni, la telefonia e le utilities, che occupano gli ultimi posti nella classifica delle preferenze.

Le società più votate
Axa, Saint-Gobain, Credit Suisse, Davide Campari, Eni, Fiat, Koninklijke, Lvmh, STMicroelectronics, Total, Unilever, Vinci, Xstrata, ArcelorMittal, Vinci.
Visto che per questo 2011 ho messo sotto osservazione l’indice Stoxx 600 Oil&Gas, Eni e Total meritano un’analisi più approfondita…

Alla prossima…

mercoledì 26 gennaio 2011

Il sentiment di mercato attraverso le medie mobili

Vediamo un sistema utile per determinare il “sentiment” dei mercati finanziari in genere ed aiutarci nelle scelte di investimento e/o trading. Si tratta di una personale rielaborazione del  sistema basato sui fasci di medie mobili di Daryl Guppy.
La base del sistema è l’utilizzo di medie mobili semplici su 3 diversi orizzonti temporali (io utilizzo medie mobili a 21,50 e 200 periodi) ed i loro incroci. Più che di un trading system o una strategia di investimento automatica si tratta di un supporto per le scelte di investimento.
L’incrocio al rialzo o al ribasso delle medie mobili con i diversi time-frame determina la “stato” o il “sentiment” di quel determinato mercato (indice, titolo azionario, commodity, ecc…).

Vediamo intanto la tabella dei sentiment aggiornata alla chiusura del 21 gennaio 2011:
Il funzionamento è molto semplice ed immediato:
per il medio termine si utilizzano le medie mobili semplici a 21 e 50 periodi:
il sentiment (“long” o “short”) cambia quando la mm21 incrocia la mm50.
Per il lungo termine le medie mobili sono a 50 e 200 periodi, ma il sistema è identico:
il sentiment cambia quando la mm50 incrocia la mm200.
E’ previsto un filtro per le posizioni short: lo stato diventa neutral (non “short”) quando la mm21 incrocia al ribasso la mm50 ma quest’ultima si trova al di sopra della mm200. In sostanza, se il sentiment era long, si passa a neutral invece che a short. Se si utilizza questa sistema per ricevere segnali di trading in questo caso si tratterebbe di monetizzare la posizione e rimanere “cash”.

Mi piace questo semplice “sistemino” perché mi aiuta ad orientarmi ed avere una visione di insieme dei vari asset. E’ molto importante anche verificare i “cambiamenti di stato” nel tempo. Per questo cercherò di aggiornare la tabella qui sotto ogni fine settimana.

Vediamo un esempio pratico sul grafico dell’argento spot:
In rosso la media mobile a 21 periodi, in verde quella a 50 ed in blu quella a 200. Le linee tratteggiate rappresentano le medie mobili esponenziali, con gli stessi time frame.
Il grafico riporta le quotazioni del Silver Spot su base giornaliera.

Dopo i massimi in area 32$ le quotazioni hanno ripiegato e perforato al ribasso il supporto in area 27,80-28. I prezzi hanno incrociato al ribasso sia la media mobile a 21 periodi che quella a 50, fatto che non avveniva da agosto 2010.
Le medie mobili non hanno però incrociato tra di loro e questo, secondo quanto detto sopra, conferma il sentiment “long” sia su base più breve (le medie a 21 e 50 periodi) che su un orizzonte temporale più lungo (medie a 50 e 200 periodi).
Veniamo all’aspetto pratico: se la situazione rimane questa (in particolare sulle medie mobili a 50 e 200 che preferisco per l’orizzonte temporale che mi interessa) ogni correzione nei prezzi dell’argento può essere un occasione di acquisto, proprio perché il sistema delle medie mobili conferma che il trend è rialzista. 
Ad esempio sono pronto a monitorare l’area 25$ per un eventuale ingresso Long con ETF con leva 2.
Nel grafico ho riportato anche le medie mobili esponenziali (le linee tratteggiate) che utilizzo come segnale di “alert” e conferma della forza di un trend, in quanto sono più reattive rispetto alle medie semplici. Non c’è un regola: utilizzo le medie semplici perché le ritengo più rappresentative dei prezzi, ma non è un dogma.

Lo stesso sistema del “sentiment” può essere utile a supporto di analisi intermarket per verificare le variazioni dei trend nel tempo di azioni, bond, commodity, ecc… Importante quindi aggiornare la tabella periodicamente.
Alla prossima...

giovedì 20 gennaio 2011

Il Dow Jones/GOLD Ratio - aggiornamenti

Nelle ultime settimane sia l’oro che l’argento hanno “tirato il fiato” e non hanno (stranamente) aggiornato i loro massimi storici.
Alla ricerca di correlazioni ed implicazioni a livello di mercati azionari, ho colto l’occasione per aggiornare i grafici (molto “artigianali”) del Dow Jones/GOLD ratio, ovvero il rapporto tra il valore dell’indice Dow Jones e la quotazione del Gold SPOT in $/oncia.
Il rapporto si può definire come il prezzo dell’indice Dow Jones in oro e quindi quante once (troy) di oro sono necessarie per comprare l’indice (mi perdonerete la semplificazione utile ai miei studi puramente empirici).
Vediamo di seguito il grafico (in blu il valore del RATIO, in viola la sua media storica ed in giallo il valore “nominale”dell’indice Dow Jones )

Clicca sull'immagine per ingrandirla 
Salta subito all’occhio come il vero massimo assoluto dell’indice americano calcolato in termini “reali” (se consideriamo l’oro come l’unica moneta con valore intrinseco, visto che tutte le altre valute sono fiat ) si sia verificato nel settembre del 1999. Il successivo bull market durato fino al 2007 è stato dunque “pura illusione”, sempre dal punto di vista “reale”, con il prezzo del DJ in oro che ha continuato a scendere verso gli abissi, fino a raggiungere il suo minimo (relativo) a circa 7,60 proprio nel marzo del 2009, punto di ripartenza dell’attuale trend al rialzo dei corsi azionari.
Storicamente il RATIO ha raggiunto il suo minimo storico nel 1980, con un valore di circa 1,20, ben lontano da quello attuale.
Adesso concentriamo l’attenzione sugli ultimi 10 anni, con lo stesso grafico che inizia dal gennaio 1991.
Clicca sull'immagine per ingrandirla 
Non è facile trovare correlazioni utili per “prevedere” le prossime evoluzioni nei corsi dei due asset.
Il RATIO si trova in area 8,60, sempre in chiaro down trend, anche se su valori superiori ai minimi del marzo 2009 (circa 7,21).
Interessante notare l’appiattimento del rapporto in questo periodo di rimbalzo dei mercati azionari, rispetto a quanto avvenuto in passato. Il Dow Jones è passato da circa 6.600 punti di marzo agli attuali 11.800 (+ 78%), mentre il rapporto è passato dai 7,21 punti agli attuali 8,60 (+19%) ed ha raggiunto il suo massimo nel marzo 2010 in area 9,90.
Detto tutto questo, non riesco però a trovare spunti interessanti ai fini dell’investimento, almeno per adesso. L’oro tiene bene nei confronti dell’indice, nonostante il poderoso rialzo di quest’ultimo dal marzo 2009.
Magari qualcuno di voi può interpretare meglio di me questi dati?...

Alla prossima… 

mercoledì 19 gennaio 2011

P/E ratio della borsa americana e la “Regola del 20”

Nei primi giorni di questo 2011 mi sono dilettato, in cerca di qualche spunto, nella lettura della mini-guida Come investire nel 2001, allegata al Corriere.
A parte la consueta sfilata di previsioni sulle varie asset class (che in post successivi proporrò in pillole) ho trovato un breve cenno ad una regola, a me sconosciuta, che farà la gioia degli amanti dei sistemi di investimento “automatici” (in questo caso in ambito approccio “fondamentale” e non “tecnico”). Si tratta della cosiddetta “Regola del 20, ovvero investire in borsa (intesa qui come mercato azionario) quando la somma del P/E  e dell’inflazione è al di sotto della soglia, appunto, di 20.
Facile no?
Vediamo allora un po’ di dati: il P/E dell’indice SP500, calcolato sugli utili ormai definitivi del 2010, è pari a circa 15 , mentre il tasso di inflazione (variazione annuale indice CPI Usa) calcolata in dicembre 2010 è pari a 1,49%.

CPI (annual variation %) - Fonte: multpl.com
Direi che siamo ben al di sotto della fatidica soglia…dunque…ancora LONG?

Approfondiamo la ricerca con un dato che mi piace di più del P/E ratio più diffuso, calcolato sugli ultimi dati di profitto disponibili. Si tratta del “P/E 10 ovvero del rapporto tra prezzo del titolo (in questo caso il valore dell’indice) e la media degli utili degli ultimi 10 anni, depurati dall’inflazione.

P/E 10 - Fonte: multpl.com
La visione cambia profondamente. Da una situazione di potenziale sottovalutazione (o “convenienza” dei prezzi dei corsi azionari) rilevata anche dal valore del P/E inferiore alla media storica di 18, si passa ad un quadro in cui gli attuali prezzi non sembrano poi così “ a saldo”, visto che il valore del P/E 10, pari a 23.56 è superiore ( di oltre il 40%!!) alla sua media storica che è di 16.39 (vedi dati sotto).
Current S&P 500 PE Ratio: 23.56 -0.16 (-0.65%)
Mean: 16.39 

Median: 15.77 

Min: 4.78 (Dec 1920)
Max: 44.20 (Dec 1999)


(Fonte: multpl.com)

Ovviamente analizzare gli indici lascia il tempo il tempo che trova, visto poi che all’interno degli stessi ogni titolo ha una storia a se stante, ma personalmente mi piace ogni tanto far cadere l’occhio su questi dati che sono utili per aver una visione di insieme, soprattutto dopo che le borse hanno “galoppato” un bel po’.  
Alla prossima con altri spunti per il 2011...